La discospondilite nel cane è un’infiammazione del disco intervertebrale e delle epifisi vertebrali vicine.
L’infiammazione si deve alla presenza di batteri, nel 90% dei casi o di funghi; l’infezione più frequente è data da uno stafilococco. Colpisce un qualunque tratto vertebrale, ma più frequentemente il tratto L7-S1, e spesso ha anche più di una localizzazione. La discospondilite in genere non è determinata da un’infezione primitiva, ma è secondaria ad un processo contiguo alla colonna o anche ad un batterio che arriva per via ematogena. Vanno perciò prese in considerazione altre infezioni contemporanee o di poco precedenti alla comparsa dei sintomi, come causa primaria: infezioni respiratorie, prostatiche, genitali, della pelle, interventi chirurgici o morsi subiti dall’animale; anche stati di immuno-depressione e instabilità con microtraumi della colonna favoriscono l’instaurarsi della discospondilite.
La discospondilite nel cane spesso comincia con un dolore acutissimo a livello vertebrale, che impedisce all’animale di camminare, associato a sintomi più lievi e aspecifici, come febbre e anoressia. Vi possono essere segni neurologici da lievi a molto gravi con perdita di sensibilità profonda. Il dolore può rendere l’animale spaventato e anche aggressivo. L’animale perde peso rapidamente, subisce una rapida atrofia muscolare e se è coinvolto il midollo si evidenziano paresi e paralisi.
La diagnosi di discospondilite nel cane si conferma con un’indagine radiografica o meglio e più precocemente con una TC. La diagnosi precoce è indispensabile, e il trattamento medico è lungo e deve essere specifico per il batterio che causa l’infezione. Può essere necessaria una chirurgia se si deve eseguire una stabilizzazione della colonna. Si devono fare esami colturali per capire quale sia il batterio che causa la patologia, ma spesso mentre si attende l’esito del prelievo eseguito si inizia una terapia antibiotica a base di cefalessina per una copertura verso gli stafilococchi, statisticamente più probabili, combinata con un altro antibiotico. Il rischio maggiore è l’instaurarsi di antibiotico resistenza. Fondamentali sono anche il controllo del dolore con analgesici e il riposo assoluto. Il dolore dovrebbe diminuire entro le 48/72 ore successive all’inizio della terapia.
Se il trattamento è mirato, in genere si ha un miglioramento evidente e la prognosi è buona, anche se vanno eseguite radiografie di controllo per verificare alterazioni strutturali della colonna nel luogo di infezione. Se però l’animale non risponde al trattamento medico si può arrivare alla setticemia e alla morte dell’animale.
La fisioterapia per i casi di discospondilite nel cane varia in relazione al grado di alterazione del movimento provocato dalla malattia. Una volta che la terapia medica è stata instaurata e che l’animale può essere mobilizzato e non presenta dolore, si può procedere con quanto necessario per recuperare la normale andatura.
In primo luogo personalmente cerco sempre di mantenere un normale ROM articolare. Utilizzo sospensori o deambulatori per aiutare l’animale a recuperare la stazione o l’andatura. La tavoletta propriocettiva mi è utile per recuperare i deficit propriocettivi, così come normalmente effettuo la stimolazione muscolare con elettrostimolatore o la stimolazione del riflesso flessorio. Utilizzo l’underwater treadmill per alleggerire l’animale e incentivare il movimento spontaneo. Nel caso in cui la muscolatura abbia contratture, applico ultrasuoni e massaggi. Quando l’animale ha recuperato l’andatura, cerco di migliorare gli eventuali deficit con l’utilizzo di ostacoli slalom, oltre che di potenziare la muscolatura.
Bibliografia:
- Neurologia del cane e del gatto – Marco Bernardini – Poletto editore
- Fisioterapia riabilitativa del cane e del gatto – Ludovica Dragone – Elsevier
- Essential facts of Physiotherapy in dogs and cats – Bockstahler, Levine, Millis – BE Vet Verlag