L’ernia del disco del cane è una patologia degenerativa che colpisce i dischi intervertebrali.
La colonna vertebrale del cane ha 7 vertebre cervicali, 13 toraciche, 7 lombari e 3 sacrali, oltre le coccigee e che variano di numero. Tra le vertebre c’è il disco intervertebrale che ha una funzione simile ad un ammortizzatore. Il disco ha nella parte centrale il nucleo polposo, che quando l’animale è giovane è gelatinoso, mentre quando invecchia diventa più rigido. La parte esterna del disco di chiama anello fibroso ed è rigida.
Nell’ernia del disco, che si manifesta in genere a seguito di un salto, un trauma o uno sforzo, fuoriescono dalla loro sede il nucleo polposo (ernia discale Hansen 1) oppure l’anello fibroso (ernia discale Hansen 2) e invadono il canale midollare determinando compressione del midollo. In tale occasione si manifestano i sintomi dell’ernia: dolore, cifosi e danni neurologici più o meno gravi (da una zoppia fino ad una vera e propria paralisi).
L’ernia del disco detta di Hansen tipo 1 (ernia discale acuta) interessa soprattutto le cosiddette razze canine condrodistrofiche (bassotto, barboncini, basset hound, beagle, cocker spaniel, pechinese, shih-tzu, yorkshire…). Nei soggetti condrodistrofici la degenerazione discale è precoce, per cui le ernie si manifestano in giovane età (3-6 anni) ed in genere all’improvviso.
L’ernia del disco detta di Hansen tipo 2 (ernia discale cronica) interessa solitamente le cosiddette razze non condrodistrofiche (per esempio il pastore tedesco, labrador, dalmata), e compare normalmente quando il cane è più anziano (da 6-7 anni in su), può interessare più dischi intervertebrali ed i sintomi si manifestano in maniera più progressiva con il dolore che in genere non è così evidente. Va fatta in questi casi anche diagnosi differenziale con altre patologie presenti in cani anziani (stenosi lombosacrale degenerativa, mielopatia degenerativa, artrosi al ginocchio e all’anca).
In alcuni animali i sintomi si limitano al dolore vertebrale, per il quale spesso è sufficiente lo stretto riposo per 20 giorni e la terapia medica per avere buoni risultati, anche se sono frequenti le recidive (trattamento conservativo).
Nei cani in cui si hanno recidive e in generale quando la sintomatologia è molto grave con affezione delle capacità motorie, paraplegia e assenza di sensibilità, l’intervento chirurgico decompressivo è l’alternativa più indicata. L’intervento è preceduto da esami diagnostici quali la mielografia, TAC o risonanza magnetica.
A seguito del trattamento conservativo o di quello chirurgico è consigliato (e spesso essenziale) far seguire all’animale un periodo di riabilitazione più o meno lungo a seconda delle sue condizioni di salute. La fisioterapia post-ernia verrà trattata a breve in un prossimo post.
Ernia del disco nel cane