La cosiddetta sindrome di Wobbler o spondilomielopatia cervicale caudale è una patologia comune delle vertebre cervicali nei cani di taglia grande o gigante. E’ dovuta ad anomalie delle vertebre cervicali che producono una compressione statica e/o dinamica del midollo spinale cervicale e dei nervi spinali, determinando dolore a livello del collo e deficit neurologici di diverse entità. Si può dire che la sindrome di Wobbler sia associata sempre ad un certo grado di “chiusura” del canale vertebrale, che può predisporre il paziente a sviluppare la mielopatia.
Questa patologia è conosciuta con molti nomi diversi e ha molte cause ipotizzate, così come diversi trattamenti e tecniche chirurgiche. La sindrome di Wobbler è stata evidenziata in molte razze, ma l’80% dei casi interessano dobermann (soggetti adulti ed anziani) o alani (soprattutto in fase di accrescimento).
Tratterò di seguito la patologia soprattutto nel dobermann, poiché in questa razza essa si presenta in maniera preponderante.
Lo spazio intervertebrale in cui più frequentemente si manifestano alterazioni è il C6-C7, in misura minore il C5-C6, raramente C4-C5 e C7-T1.
I sintomi clinici possono essere acuti o cronici.
Quadro cronico: è il più frequente, si nota una incoordinazione con passi raccorciati sul davanti e esagerati nel posteriore, con tendenza ad ambiare, ci possono essere deficit propriocettivi più o meno marcati e si può instaurare una paraparesi. La caratteristica andatura traballante ha dato nome alla patologia, che indica la camminata apparentemente “ubriaca”. L’animale peggiora lentamente; se si osservano le unghie, esse appaiono eccessivamente consumate e si nota una certa rigidità del corpo e del collo, che è dolente e spesso impedisce di alzare il capo in maniera normale. Si evidenzia spesso anche un’atrofia dei muscoli delle spalle. Il dolore si può indurre effettuando manipolazioni direttamente sul collo.
Quadro acuto: si ha un peggioramento improvviso del quadro precedente, che poteva anche non essere stato notato. Si può avere dolore acuto a livello del collo, rigidità, comparsa di tetraparesi deambulatoria o non deambulatoria, il tutto a seguito di un’estrusione di materiale discale.
La diagnosi, oltre che utilizzando anamnesi e segnalamento (razza, età), si fa con RX in bianco o con contrasto e con utilizzo di diagnostica per immagini avanzata (mielo-TC, RM).
La terapia conservativa, si può applicare soprattutto in caso di diagnosi precoce: riposo stretto per un mese e graduale ritorno alla normalità in un altro mese, con impiego di antinfiammatori e correzione di abitudini che sollecitano il collo (collare a strozzo, salti, scatti, allenamenti da difesa). In questa fase si può inserire anche una riabilitazione mirata, che migliori la propriocezione e la coordinazione, che diminuisca il dolore a livello cervicale, che aiuti l’animale a recuperare una normale andatura e lo rinforzi a livello muscolare.
Altrimenti ci si deve rivolgere al trattamento chirurgico, che ha lo scopo di decomprimere il midollo spinale, a cui segue talvolta una stabilizzazione. L’intervento è delicato e spesso non privo di complicazioni. La prognosi in questi casi è riservata e dipende da molti fattori: dalla lesione midollare, dalla durata della compressione e dal successo dell’intervento eseguito.
Un periodo particolarmente delicato è quello post-chirurgia, soprattutto se l’animale non riesce ad alzarsi. La fisioterapia in questo caso diventa assolutamente indispensabile ed è volta al mantenimento del ROM articolare e alla ripresa graduale della stazione e del movimento. Il lavoro che si ottiene in questi animali attraverso l’uso del tapis roulant in acqua è fondamentale, considerata la grossa mole di questi animali.
Una complicanza non infrequente della sindrome di Wobbler è il cosiddetto “effetto domino”, in cui si verifica una compressione in uno spazio intervertebrale vicino a quello operato.
Concludendo, in questa patologia la fisioterapia svolge spesso un ruolo fondamentale, sia per evitare o rimandare l’intervento chirurgico nei casi più lievi, sia nella ripresa motoria quando l’animale è stato sottoposto ad una chirurgia. La sindrome di Wobbler resta comunque una patologia con prognosi riservata.
Bibliografia:
Neurologia del cane e del gatto – Marco Bernardini – Edizioni Poletto